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Napoli – Genoa, club così vicini quanto lontani: la storia del gemellaggio dagli spalti al campo

admin
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Napoli, la trasferta di Genova per chiudere l’ennesimo tour de force prima dell’ultima sosta (del 2018) per le Nazionali. La trasferta di Genova l’occasione per finire in bellezza e dare continuità alla lunga striscia di risultati positivi che hanno permesso ai patenopei di non perdere terreno dalla capolista.

Napoli, Marassi e Genoa due tabù per gli azzurri

I numeri e le statistiche sono quasi contrastanti, ma da prendere in considerazione in tutte e due i versi. Il primo, quello positivo: gli azzurri, fino ad ora, hanno sempre fatto bene nelle gare post Champions. Per la squadra di Ancelotti, infatti, il trend post coppa vede all’attivo 3 vittorie e 1 solo pareggio (e che pareggio: 1-1 al San Paolo contro la Roma). Il secondo, quello che desta qualche preoccupazione: negli ultimi 4 anni il Napoli è riuscito a battere il Genoa in trasferta solo 2 volte. Due vittorie arrivate con sofferenza e con molta difficoltà: nel 2014 ci pensò De Guzman (nei secondi finali del match) a regalare i 3 punti a Rafa Benitez; nel 2017 una tripletta favolosa di Dries Mertens stava per essere vanificata dal gol del momentaneo 2-3 del napoletano Izzo. Nelle altre due occasioni, invece, il match è terminato con un pareggio a reti inviolate. L’ultima sconfitta azzurra risale al lontano 2012 per 3-2.

Insomma, nel segno del gemellaggio sugli spalti, i match in campo non sono mai stati banali e scontati. Tanti e gol e tanto agonismo in campo tra due squadre che, non appena hanno avuto l’occasione di incrociarsi nel rettangolo di gioco, non si sono per nulla risparmiate. E così in 4 anni la sfida ha regalato spettacolo e gol da cineteca: dal 2012 ad oggi 13 sono stati i gol segnati. E la gara di sabato, ancora una volta, ha tutte le caratteristiche del big match.

La prima è in campo con il confronto tra Insigne e Piatek. 9 vs 24, numeri di maglia che nella prossima stagione potrebbero avere lo stesso colore; 9 vs 7, i  centri in questo prima parte di campionato rispettivamente del polacco e del talento azzurro. Calciatori con storie diverse ma con la stessa grande peculiarità: uomini squadra, gran fiuto del gol e i veri trascinatori, sul campo, dei rispettivi club. La seconda è fuori (quasi) dal campo e riguarda i due allenatori. Storie e profili diversi che, prima di sabato, non si erano mai incrociati ma che, per certi versi, rappresentano lo stesso destino, quello del ritorno. Il ritorno di Ancelotti, dopo una lunga esperienza all’estero, in Italia sulla panchina azzurra; il ritorno di Juric che, dopo l’esonero dello scorso anno, è stato richiamato da Preziosi per risollevare le sorti di una squadra quasi sull’orlo del baratro.

Il terzo confronto è tutto di classifica: seconda contro tredicesima; secondo miglior attacco contro il decimo; quinta miglior difesa contro la seconda peggiore della competizione. Numeri e non solo: anche l’andamento delle due squadre è completamento opposto: gli azzurri vivono un momento di forma (fisica e mentale) strepitoso dopo il doppio confronto di Champions contro il PSG e le 5 vittorie e i 2 pareggi nelle ultime 7 gare; i rossoblù, invece, dopo il grandissimo risultato in quel di Torino contro la Juventus sembrano aver smarrito nuovamente il cammino perdendo le ultime due sfide contro Milan e Inter, incassando 7 gol.

Insomma squadre così vicine in campo e sugli spalti ma divise, da sempre, dalla classifica e dai risultati. Differenze che, inevitabilmente, collimeranno sabato sera, pronte a dare vita all’ennesimo spettacolo.

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