Ad imageAd image

Inler sul compianto presidente del Leicester: “Era una persona speciale…”

admin
admin
4 Min di lettura

Gökhan Inler, ex centrocampista di Udinese e Napoli, ricorda il preseidente del Leicester vittima dell’esplosione del proprio aereo al termine della partita della sua squadra. Queste le sue parole: “Sabato stavo guardando la gara col West Ham in televisione. Quando è arrivata la notizia dell’esplosione dell’elicottero del presidente, ho chiamato i miei ex compagni e i dirigenti. Un’ora dopo mi hanno confermato che a bordo c’era Srivaddhanaprabha. Sono rimasto senza parole”. Inler, che oggi è in testa al campionato turco con l’Istanbul Basaksehir, vide poco il campo nella stagione del miracolo, ma fu uno dei protagonisti silenziosi del titolo: “Lo sentivo mio al 100%. Non eravamo grandi come le altre squadre, ma abbiamo scritto la storia. C’erano il gruppo, l’allenatore e il presidente giusto. Eravamo una famiglia”.

Inler su Ranieri: “All’inizio non conosceva i giocatori e doveva capire su chi puntare. Mi giocai le mie chance, un giorno però provò Drinkwater e Kanté in mezzo al campo. Da lì in poi non perdemmo più e andò avanti su quella strada”.

“Ranieri ragiona così. Ai tifosi piaceva la sua gestione, il suo modo di fare all’italiana. Per me fu difficile accettare la panchina, ma accettai quella scelta. Srivaddhanaprabha mi diceva di stare tranquillo, era sempre positivo con me e con tutti. Ci trasmetteva tanta serenità ed era un uomo di fede. Portò anche al King Power Stadium anche monaci buddisti dalla Thailandia. Venivano nello spogliatoio per benedirci prima delle grandi partite e spesso vincevamo. Ci davano energia positiva. Il presidente credeva che quello fosse l’anno giusto per vincere, ce lo ripeteva sempre dopo ogni partita”.

Inler sul compianto presidente del Leicester: “Lui era uno di famiglia ed ebbe il merito di farci sentire a casa. Per alzare una Premier deve essere tutto perfetto. Le vittorie in casa con Chelsea e Liverpool e quella sul campo del City lasciarono il segno”.

“Da febbraio in poi qualcuno iniziò a scommettere su di noi, a pensare che l’impossibile fosse possibile. Ne vincevamo tante 1-0. Vincemmo il campionato con 10 punti di vantaggio sull’Arsenal, mica male. Anche i giocatori fuori rosa si sentivano parte di quel gruppo, nonostante fosse difficile stare fuori. Il Tottenham pareggiò col Chelsea 2-2 e vincemmo matematicamente. Fu una notte speciale. Leicester è tranquilla, ma quella sera impazzì. Il giorno dopo abbracciamo il presidente. Quella città per molti fino ad allora era solo un puntino sulla mappa geografica, il mondo ci ha scoperto grazie a quel successo. È una storia difficile da riscrivere altrove”.

Inler: “Resta ciò che ‘il nostro boss’, come lo chiamavamo, ha fatto per noi. Saremo sempre per tutti la squadra del miracolo. Suo figlio è come lui, ha il suo stesso spirito. Conosce l’ambiente, sa tutto. Se la società finirà nelle sue mani, farà grandi cose. Il Leicester sarà sempre forte”.

 

Condividi questo articolo