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Gravina: “Ecco il mio programma per la FIGC. Marotta profilo giusto per Club Italia”

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Gabriele Gravina, candidato unico alle elezioni in Figc del 22 ottobre, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera. Il presidente della Lega Pro ha parlato del suo programma: “Nel programma ho giocato con le parole: fede, azione, alleanze. C’è un piano strategico per arrivare in tempi rapidi a una nuova concezione del calcio. Un calcio più equo e sostenibile, il calcio della collettività e non dei singoli interessi. Come detto si parte dalla base, dai giovani, ma anche da una riqualificazione etica e morale. Vogliamo dare subito una scossa. Bisogna intervenire in fretta sulle infrastrutture e procedere subito alla riforma della giustizia sportiva. Il disastro estivo sui campionati lo stiamo pagando ancora sulla nostra pelle. Anche i tempi della giustizia sono importanti: devono essere celeri. E poi i controlli sui conti, il rating non come forma punitiva, ma per evitare di arrivare al punto di non ritorno“.

Sui mesi di commissariamento: “Hanno creato tensioni. Credo che la colpa maggiore del commissario sia non aver coinvolto le componenti. Ha preso delle decisioni senza chiedere alcun parere o consiglio. Fabbricini è una persona perbene, ma isolarsi è stato un errore strategico”.

Sul Ct Roberto Mancini: “È un bravo tecnico chiamato a gestire una situazione difficile sia perché non c’è una governance, sia perché la rosa a sua disposizione non è più quella di un tempo. Ma è preparato e dispensa tranquillità. Ora bisognerà assisterlo“.

Sul possibile arrivo di Marotta: “Sarebbe il profilo giusto perché stiamo parlando di un grande dirigente a livello europeo. Ci siamo confrontati e ho potuto verificare di persona il suo interesse. Ma la disponibilità, che c’è ed è reale, si scontra con i parametri economici. Non so se sarà un matrimonio possibile…“.

Un pensiero su Lotito: “È intelligente, conosce il calcio e ha ottenuto grandi risultati. Però abbiamo visioni completamente diverse: io scelgo sempre l’interesse generale“.

Infine sul VAR: “È stata un’ottima intuizione che ha ridotto gli errori. Va migliorata e incentivata, magari proponendo due chiamate a squadra per partita. Ne parleremo con Nicchi. Quello della Var non può essere un processo statico“.

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