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ESCLUSIVA – “De Zerbi, il nuovo che avanza studiando da Guardiola: a Napoli non farà barricate”. Roberto Carannante racconta il suo calcio

admin
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10 Min di lettura

Roberto De Zerbi sfiderà il Napoli con il suo temibile Sassuolo al San Paolo. Un ex calciatore azzurro che sta dimostrando di avere talento nei panni da allenatore. Qual’è il suo segreto? Qual’è il suo calcio? Ce lo racconta in esclusiva uno che lo conosce molto bene, un ex compagno di squadra con cui ha vinto un grande campionato a Foggia in C2 nel 2002-2003 nel frattempo diventato un grande amico: Roberto Carannante.

Cresciuto calcisticamente nelle fila del Napoli, oggi allenatore professionista (l’ultima esperienza l’anno scorso alla Turris) nonché direttore responsabile di una scuola calcio dell’area flegrea che porta il suo nome, Carannante era il capitano di quel Foggia vittorioso in cui De Zerbi era il fantasista, il numero dieci. Da quel momento in poi è nata una grandissima amicizia coltivata ancor’oggi: “In realtà ci conoscevamo già prima – dice Roberto Carannante a ILMIONAPOLI.IT – io ero a Foggia e lui era all’Avellino ed era un mio inquilino in una casa che avevo in Irpinia (anno 2000-2001 ndr). Poi quand’ero al Foggia, di cui ero capitano, mi chiesero un parere per prenderlo. Lui era giovane, un ragazzino che veniva dal Milan e che aveva già qualche campionato alle spalle. Diventammo subito amici ed è un’amicizia che va avanti da molti anni. Quand’era a Napoli ha vissuto un pò anche a casa mia per qualche mese. Siamo molto legati e sono contentissimo di quello che sta facendo”.

Carannante (il primo in alto da destra) capitano del Foggia campione in C2 nel 2002-2003. De Zerbi primo a sinistra degli accosciati. Al suo fianco Michele Pazienza, altro ex Napoli.

Ma te lo saresti mai aspettato che un fantasista come lui diventasse un allenatore? 
“Lui aveva grande estrosità, aveva un gran sinistro, un molto tecnico ma aveva anche la grinta ed il carattere di un mediano alla Allan, non voleva mai perdere. Ha sempre avuto la mentalità da operaio nonostante avesse i titoli da architetto. Aveva questa voglia di essere sempre sul pezzo. Questo lo ha aiutato molto negli inizi della sua carriera da allenatore ma oltre ad avere idee tutte sue ha avuto l’umiltà di studiare tanto”.

A chi si è ispirato? “Ha studiato Pep Guardiola, andando a Monaco di Baviera ed anche a Barcellona per studiarlo. Ripeto, è un allenatore che ha idee ma lui oltre ad allenare riesce ad inculcare un tipo di calcio diverso ai propri calciatori che per anni, magari, hanno fatto sempre gli stessi movimenti. E’ un innovatore sotto questo aspetto”.

Ci puoi spiegare quali sono le sue idee? Si parte dal 4-3-3 ma poi? 
“Le sue idee sono slegate dai moduli e dai sistemi di gioco che interessano soprattutto ai giornalisti ed agli addetti ai lavori. Per De Zerbi è un modulo che si evolve, un 4-3-3 di partenza che però sviluppa un giro-palla a tre e poi la concezione fissa di tenere sempre il pallone, di avere il comando del gioco”.

Ora per il tuo amico Roberto c’è l’esame Napoli.
“Lui non affronta le grandi in modo diverso rispetto a quando affronta le cosiddette piccole. Vuole che tutti i suoi giocatori siano sempre protagonisti, sia contro Juve o Napoli sia contro squadre di pari livello. Riesce a trasmettere ai suoi calciatori la consapevolezza di essere protagonisti, calciatori importanti. Fa sempre in modo che i suoi calciatori possano palleggiare anche davanti a squadre importanti. La sua forza è quella di non imporre la propria idea ai suoi calciatori, ma di farla sentire propria. In poche parole, li fa sentire tutti importanti”.

Ci hai già parlato? Cosa ti ha detto? Impressionato da Napoli-Liverpool?
“Vedendo la gara di Champions mi ha ribadito che il Napoli è una grandissima squadra. Conoscendolo dirà ai calciatori: ‘Andiamo a Napoli a fare risultato!’. Non verrà qui a fare barricate, non lo farà mai. Perchè se tu dai una certa consapevolezza ai tuoi calciatori, di cercare di essere sempre propositivi anche di fronte ad avversari sulla carta superiori, non puoi ad un certo punto snaturarti. Ma non verrà con presunzione, rispetterà il Napoli, ma vorrà fare la gara”.

Se lo hai già sentito, vuol dire che ti ha detto anche la formazione…
“Assolutamente no, ma lui ha tanto potenziale. Il Sassuolo ha tantissimi giovani molto validi. E’ una squadra che ha anche quei due-tre giocatori esperti come Berardi e Boateng utili a far maturare quei giovani poco conosciuti come Brignola e Boga che piacciono molto a De Zerbi ed al suo staff. Credono molto nel lavoro con i giovani, quelli funzionali al loro gioco, e ci puntano molto”.

Una grande qualità di De Zerbi allenatore ed un suo difetto, se ce l’ha.
“E’ bravo nel coinvolgere tutti i giocatori, trasmettendo la sua idea di gioco propositiva. Come tutti ha dei difetti ma lui è bravo a lavorare anche sui propri. L’unico potrebbe essere la giovane età ma è un difetto relativo perchè ha dimostrato più volte, anche contro squadre importanti, che l’idea è più importante di tutto il resto. Allenatori come lui possono fare solo bene al calcio italiano, perchè molti addetti ai lavori sono rimasti un pò ancorati al passato. Lui è il nuovo che avanza ed è giusto così”.

Può diventare un allenatore da top-club?
“Secondo me lui si avvia ad essere un allenatore top. E’ soltanto alla sua seconda stagione in Serie A, però ritengo che possa diventare un grandissimo anche in piazze caldissime come Napoli o, addirittura, Barcellona. C’è già stato un qualche accostamento e vi assicuro che lo stanno seguendo. Poi sono convinto che più la piazza è infuocata e più Roberto darebbe il meglio di sè. Il mio sogno per lui, da napoletano e da amico, è vederlo sulla panchina del Napoli. Ora c’è Ancelotti che è un maestro ed accostarlo a Roberto non sarebbe giusto, però lui è un sanguigno e una piazza come Napoli sarebbe ideale per lui”.

Da ex prodotto delle giovanili del Napoli, in una squadra che annoverava tra gli altri Ciro Ferrara, Luigi Caffarelli e Ciccio Baiano, un commento sulle ultime gare degli azzurri.
“Contro il Liverpool una vittoria strameritata per come la squadra ha giocato, per la maturità e la voglia di fare risultato rischiando pochissimo. Ancelotti l’ha preparata e studiata benissimo, perchè è riuscito ad evitare le ripartenze dei Reds con tre centrali ed una difesa più bloccata dietro. Ma non è stata una gara prettamente difensiva, anzi: il Napoli aveva il pallino del gioco ed ha palleggiato alla grande”.

 

Ma questo Napoli è competitivo? 
“Il Napoli secondo me è molto competitivo e penso che la partita vinta col Liverpool sia stata importantissima, perchè se andava male c’era il rischio di aver compromesso già tutti gli obiettivi. E’ stata una vittoria che ha salvato la stagione. I tifosi si aspettano molto nel percorso in Champions, anche perchè in campionato la Juve ha una marcia in più rispetto alle altre, ha valori aggiunti importanti ed è certamente la grande favorita. Per non essere così deve solo rallentare lei”.

Cosa dovrà temere il Napoli del Sassuolo? A cosa deve fare attenzione?
“Il Napoli potrebbe non temere niente, ma ci vuole rispetto per un Sassuolo che è giovane e la gioventù può portare a quel pizzico di incoscienza nelle giocate. Ma è una squadra con idee e con tanta organizzazione che ha voglia di fare risultato. Va detto che tanta gioventù può rivelarsi anche un’arma a doppio taglio, perchè davanti a tanta incoscienza ed entusiasmo c’è pur sempre un Napoli molto forte”.

Sconfitta a Napoli e salvezza per il Sassuolo: De Zerbi ci metterebbe la firma? “No, sono sicurissimo di no. Conosco le sue idee e lui è uno che vuol vincere dappertutto, pur rispettando il Napoli. E poi, per come è ambizioso lui, credo che non si accontenti della salvezza. Vorrà fare di più per dare un impronta alla sua carriera ed anche a quella dei suoi calciatori che lo seguono attentamente”.

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