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Hamsik presenta “Marekiaro”: “A Napoli a vita? Perchè no. Il prossimo capitano sarà Insigne, ma la fascia…”

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Marek Hamsik presenta a Castel Volturno la sua autobiografia, “Marekiaro”, edita da Mondadori. Presenti, oltre al capitano azzurro, Stefano Peccatori, direttore generale di Mondadori Electa, e Monica Scozzafava, giornalista del Corriere del Mezzogiorno che ha contribuito alla realizzazione del libro che presenta anche una prefazione dello scrittore Maurizio De Giovanni.

Hamsik parte, innanzitutto, dalle cose che più l’hanno colpito in 12 anni in azzurro: “Il mio arrivo in questa società, perchè non sapevo cosa mi aspettava e vedere subito mille tifosi qui ho capito che cosa vuol dire il calcio a Napoli. Poi la prima Coppa Italia ed il record di Maradona battuto (quello dei 120 gol). Sicuramente ci dispiace per la partita dell’anno scorso con la Fiorentina. Prima di quella gara ci credevamo tutti. Sicuramente continuiamo a sognare di regalare qualcosa di importante per la città che se lo merita”.

Poi ci sono anche momenti brutti, come la finale di Coppa Italia vinta con la Fiorentina e l’aggressione a Ciro Esposito con Marekiaro sotto la curva dell’Olimpico: “Sono due ricordi molto diversi. Vincere qualcosa ti dà sempre una gioia enorme da condividere con la tua tifoseria, dall’altra parte per quello che è accaduto è stato veramente un brutto momento. Ma sono cose che capitano nella vita, ci sono momenti belli e quelli brutti. Fa parte del gioco: a volte va tutto bene, altre volte no. I momenti brutti, anche quelli in campo, vanno dimenticati in fretta”.

Da parte della gente c’è tanta passione: “Più passano gli anni più la gente mi vuole bene e sento questo affetto. E’ qualcosa di bello, non capita a tutti e sono veramente orgoglioso di questo rapporto. Li sento molto vicini a me. Appello per domenica? Il tifoso del Napoli non ha bisogno di spiegazioni nè di appelli da parte mia”.

Come procede la crescita da regista? “Procede bene, si sapeva che ci voleva un pò di tempo ma il mister fin dalla prima telefonata mi ha detto che mi vedeva in quel ruolo lì. Spero di migliorare sempre di più”.

Nelle prime tre gare di campionato tre approcci sbagliati: “In questo ci dobbiamo riflettere perchè non va bene per una squadra come la nostra andare sotto tre volte su tre. Contiamo di migliorare già dalla Fiorentina”.

Quali sono i tre gol più belli e i momenti più particolari? “Sicuramente quello contro il Milan, quello in finale di Coppa Italia contro la Juventus. Poi non so altri, ma spero di farne ancora molti. Poi tra le gare più belle sicuramente le prime volte in Champions, soprattutto quelle casalinghe con la musichetta che risuona al San Paolo, un qualcosa di straordinario”.

Spesso da capitano si ritrova ad avere a che fare con i cori discriminatori: “Sono episodi molto difficili da contrastare. Si potrebbe anche sospendere la partita, ma veramente non li capisco e non li capirò mai. Sono solo inutili e fanno male”.

Progetti per il futuro? “Il futuro non lo so. Ho una scuola calcio in Slovacchia e vorrei tornare lì”.

Magari un giorno scriverà un altro libro con Ancelotti, che ne ha scritti tanti, parlando di uno Scudetto: “Spero che possa succedere qualcosa del genere. La sua ancora non l’ho finita…”

Quale immagine di Napoli ti piace di più? “Mi piacerebbe visitarla per bene, perchè non ho ancora avuto la possibilità proprio perchè purtroppo non ti puoi nascondere e tutti vogliono da te foto e autografi. Mi piacerebbe vedere Napoli sotterranea, il centro storico ed il Vesuvio”.

La fascia di capitano in futuro? “Spero con tutto il cuore che la prenderà Lorenzo, è già un simbolo di Napoli. Cedergliela come fece Bruscolotti con Maradona? Noi non abbiamo un Maradona…”. Quindi è un no? “Se mi dà la certezza assoluto allora sì…”

I tuoi figli già giocano a calcio: “Sono contento che hanno preso questa passione, giocano a calcio e giocano anche tanto bene. Spero che almeno uno dei due possa intraprendere la carriera professionistica. Loro sono nati qui, crescono a Castel Volturno, a Pineta Mare, quando posso li accompagno io a scuola anche se vorrei stare più vicino, dedicargli più tempo.

Un commento sulla crisi della Nazionale italiana: “Mi spiace molto per l’Italia. Quando ero bambino io era una Nazionale eccezionale, perchè ricordo con piacere la finale del 1994 contro il Brasile”.

Quali hobby per Marekiaro? “Sono uno sportivo, anche se gioco a calcio mi piace anche il beach tennis, il volley e poi ho scoperto anche il padel. Infine mi piacciono molto le corse”.

A questo punto, l’idea è rimanere a vita a Napoli? “L’ho sempre detto, perchè no? Ho dedicato tutta la carriera a Napoli e ne sono fiero”.

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