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Napoli, dopo la Samp l’imperativo è il riscatto: si riparte dai pilastri azzurri

admin
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Se c’è una cosa che tra le tante ha destato maggior preoccupazione dopo SampNapoli, è la confusione che sembrava attraversare gli azzurri. La squadra è apparsa disorganizzata, complice la scarsa concentrazione che ha avuto come conseguenza la produzione in serie di errori rivelatosi poi decisivi ai fini del risultato finale. Per stessa ammissione di Ancelotti, non si è trattata di una questione di uomini (fuori Callejon e Hamsik), bensì di atteggiamento sbagliato e scarsa intensità. Messo da parte il motivo – su cui il mister azzurro dovrà lavorare – è proprio dai suoi uomini migliori che il Napoli deve ripartire.

Affidarsi a chi da anni è parte integrante di un gruppo affiatato che si conosce a memoria, sembra essere la scelta più logica

Senza tralasciare, ovvio, il turn over, a volte reso necessario dall’accavallarsi incessante di impegni e competizioni. Turn over che tuttavia, almeno nella fasi iniziali, non dovrebbe andar a toccare chi ha caratteristiche fondamentali nell’11 azzurro. Tra questi proprio Callejon e Hamisik: il primo riesce a coprire l’intera fascia, a dare equilibrio e a rappresentare un pericolo costante per gli avversari con i suoi tagli a bucare la difesa. Il secondo con i piedi può fare quello che vuole e la sua qualità serve come il pane nel centrocampo partenopeo, pur con i limiti che la sua nuova posizione comporta.

Prima del match contro la Samp, lo spagnolo aveva disputato 54 partite consecutive, mentre lo slovacco non restava fuori per tutti i 90 minuti dal lontano 4 aprile 2015

Al momento ci sono giocatori che devono essere i pilastri del nuovo tecnico, anche sulla base di quanto compiuto negli anni passati: Koulibaly, Allan, Hamsik, Callejon, Mertens e Insigne. Attorno a loro devono ruotare le scelte e le idee di Ancelotti che ora più che mai devono essere inculcate nella mente dei suoi uomini. Questo non significa che dovranno essere inamovibili, non inserire i nuovi acquisti o chi lo scorso anno ha avuto spazi esigui. Significa avere uno zoccolo duro che possa fungere da base da cui ripartire. Stessa cosa dicasi per il modulo: partire dal 4-3-3, sistema di gioco che per 3 anni ha fatto le fortune azzurre, non esclude mutazioni nel corso dei match o della stagione. Ma è da lì che bisogna ripartire.

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