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Napoli, la sconfitta che non ti aspetti: ad Ancelotti serve tempo (ma non troppo)

admin
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Che strana cosa il calcio, che strano questo Napoli. Quando meno te l’aspetti, gli azzurri crollano in casa della Sampdoria. Una sconfitta che sembra vanificare le “imprese” compiute contro Lazio e Milan, quando le rimonte avevano conferito alla squadra di Ancelotti quell’entusiasmo capace di generare un ottimismo venuto inizialmente meno dopo un mercato poco esaltante e un calendario non troppo benevolo. Superati, non senza difficoltà, gli scogli romani e lombardi, il Napoli si schianta su quelli liguri, complice un inizio partita che ricalca le precedenti due sfide e un primo tempo regalato. Quasi se come le vittorie giunte in rimonta contro biancocelesti e rossoneri avessero conferito una sorta di onnipotenza che ha spinto gli azzurri a pensare che, prima o poi, il match l’avrebbero recuperato.

Invece, mentre si era messo in conto la possibilità di perdere punti contro Lazio e Milan, contro la Samp non ci si aspettava di pagare un conto così salato
Fabio Quagliarella, attaccante della Sampdoria: super gol ieri contro il Napoli

Tre gol subiti (6 in 3 gare, media di due gol a partita), zero occasioni create. Cinque minuti è durata l’intensità nel primo tempo, prima di compiere l’ennesimo errore che ha spianato la strada al primo gol doriano. Da lì Napoli incapace di reagire, squadra slegata, spazi ampi cavalcati dai blucerchiati e difesa abbandonata a se stessa. Tant’è che nel secondo gol è evidente la mancata copertura del centrocampo. Nemmeno i cambi di Ancelotti sono serviti questa volta a raddrizzare l’andazzo, se non a mettere in mostra uno smagliante Ounas, capace di irridere diversi liguri e unico a creare difficoltà nella difesa di Giampaolo. Alla fine il franco-algerino risulta essere il migliore dei suoi, insieme al solito Allan.

Adam Ounas, esterno del Napoli

Ad ogni modo si è solo agli inizi e serve tempo prima che la classifica si delinei in base alle reali forze delle diverse squadre. Ma c’è da lavorare: c’è da creare una nuova identità, una nuova mentalità che porti a evitare i black out causati dal troppo entusiasmo. Occorre costruire un nuovo gioco, consapevoli della forza dell’attacco. E’ fondamentale migliorare l’approccio e mettere in campo da subito la cattiveria e l’intensità viste solo in parte nel secondo tempo. Bisogna migliorare la concentrazione, come chiesto da Ancelotti, senza la quale i movimenti chiesti dal tecnico in fase di pressione, copertura, difesa e attacco vengo resi vani dagli errati tempi di esecuzione. Serve infine concedere tempo all’allenatore partenopeo per lavorare, provare e sperimentare fino a trovare il “suo” Napoli. Senza dimenticare che la piazza azzurra è tra le più esigenti. Ma questo Re Carlo già lo sa.

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