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Moggi, il radiato: “Sento spesso Agnelli. Napoli, Ancelotti non basta per vincere”

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Luciano Moggi, l’uomo radiato dal calcio dopo Calciopoli, racconta le sue verità in un’intervista al Corriere dello Sport. “Il calcio resta la mia vita – dice l’ex direttore generale della Juve – anche se quello di oggi mi fa schifo. Anche volendo, non potrei starne fuori. Continuano a telefonarmi. Mi chiedono consigli. Chi? Gli amici. Ne ho tanti ancora nel calcio, ma resto vicino alla mia Juve. Con Andrea Agnelli mi sento spesso. E’ stato con noi 12 anni ed ha imparato tutto. Lui lo sa bene che gli Scudetti sono 36, tutti conquistati sul campo. Nessuno ha mai aiutato la Juve a vincere. Ronaldo? Lì è roba Fiat. E comunque lo avevo comprato a 18 anni: 5 miliardi più il nostro Salas, che poi scelse il River Plate. Oggi a 33 anni non l’avrei preso a quelle cifre e non l’avrei sbandierato prima di cedere Higuain”.

Lo Scudetto chi lo vince? “Lo vince l’Inter alla grande. La Roma ha venduto certezze e comprato speranze. Il Napoli è da primi posti, ma non vedo come possa vincere”.

Su Ancelotti, che ha avuto alla Juve, dice: “Grande allenatore, non si discute, oltre che un ragazzo eccezionale, ma da solo non può bastare. Quando arrivò alla Juve non aveva l’esperienza giusta e comunque fece due buoni campionati con noi. Ci hanno sfilato due Scudetti, il primo anno con Collina e il diluvio di Perugia, il secondo quando fu permesso alla Roma di schierare Nakata contro di noi a Torino, poi decisivo. L’esonero è stata la sua fortuna, perchè poi stava andando a firmare per una società turca ma Berlusconi mi chiama e mi chiede referenze. Ne parlai benissimo e Carlo dal Milan in poi ha allenato solo grandi club”.

Alla Juve gli diedero del “maiale”: “Parlai con i tifosi e dissi: ‘Ancelotti è un maiale? Allora sappiate che per la prima volta un maiale andrà in panchina, perchè Ancelotti sarà l’allenatore della Juventus’. Poi, chiaro, alle prime sconfitte la cosa tornò fuori”.

Moggi, ex direttore generale del Napoli, racconta uno scontro con Albertino Bigon: “Ho vinto un campionato con lui, che poi non ha vinto più nulla. Brava persona, ma faceva il sindacalista. A febbraio voleva rinnovare il contratto. Gli dissi: ‘Aspettiamo la fine del campionato’. Un giorno allo stadio prima della partita e Ferlaino mi dice: ‘Bigon si rifiuta di parlare con la squadra’. Chiamo Bigon: ‘Se non parli entro cinque minuti, te ne vai fuori dai c…. e vado io in panchina’. Così. E lui andò a parlare con la squadra, poi a fine stagione lo mandai via”.

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