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De Laurentiis: “Considero Koulibaly come un acquisto: avrei potuto vendere per 300 milioni”

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Aurelio De Laurentiis parte a mille per la nuova stagione eppure non smette di ricevere critiche da parte della tifoseria. Il presidente a Il Mattino chiarisce: «Ho fatto chiarezza sul fermento. L’errore è quello di non distinguere il tifo generale da una piccola minoranza delle curve. In realtà vorrei vedere chi sono coloro che hanno affisso i manifesti in città sin dai primi giorni del ritiro a Dimaro quando il mercato si era appena aperto. È chiaro che c’è uno scontro frontale tra la società e delle piccole frange di tifosi delle curve. Ho deciso di vivere nel mondo del calcio e di fare impresa ed è questo il grosso problema che mi divide dalla filosofia di alcune minoranze di tifosi: loro ragionano con il cuore e questo è apprezzabile e condivisibile però è altrettanto vero che non parliamo più di club ma di società per azioni e che bisogna fare impresa. Quindi le motivazioni del cuore devono convivere almeno al 50 per cento con la ragione. E la ragione è solo la matematica: avevo una squadra che ha fatto 91 punti, il record della storia del Napoli e non ho venduto nessuno”.

“Koulibaly mi è costato più di un grandissimo acquisto per poterlo mantenere e non farlo andare in altri lidi – ha ammesso ADL – E il mio tergiversare nei confronti di Sarri ha ottenuto una duplice garanzia: lui e il Chelsea non possono, per accordi raggiunti, comprare i nostri calciatori. Questo vuole dire serietà, perché se avessi voluto soltanto guadagnare avrei considerato un’occasione il passaggio di Sarri al Chelsea”.

“Avrei potuto telefonare a Marina Granovskaia e chiedere 300 milioni per Tizio, Caio e Sempronio e avrei ricomprato con una manciata di milioni dieci giocatori: questo avrebbe dovuto fare imbestialire, ma non è stato fatto».

Fonte: Il Mattino

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