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Mertens, il jolly di Ancelotti: tre moduli e la nuova vita multiuso del belga

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Mertens si è unito ieri mattina al gruppo azzurro e nel pomeriggio è apparso tonico già nel primo allenamento svolto con la squadra. Sta bene Dries, è tirato a lucido dopo il terzo posto conquistato ai Mondiali con il Belgio, finale giocata il 14 luglio in Russia contro l’Inghilterra. La prima parte della seduta, compresa quella tattica degli schemi, l’ha svolta con i compagni prima di proseguire un programma personalizzato che non prevede la partecipazione immediata alla partitella.

Il belga ha svolto un lavoro differenziato con Zielinski. Troppo presto per scendere in campo contro il Borussia Dortmund, i compagni stasera li guarderà da bordocampo, ma una ventina di minuti sabato contro il Wolfsburg li giocherà e sarà il suo primo assaggio del nuovo Napoli di Ancelotti.

E anche per Dries in serata c’è stato il rito di iniziazione musicale: ha cantato «Oh Happy Day» con tanto di accompagnamento del coro dei compagni

Una prima chiacchierata con il tecnico che fa grande affidamento sul belga, colloquio al quale era presente ieri anche il direttore sportivo Giuntoli. Mertens rientra nel gruppo dei riconfermati della scorsa stagione. Esplicita la richiesta di Ancelotti, quella di tenere tutti i migliori e tra i migliori c’è sicuramente il folletto belga, quello che dà il tocco di imprevedibilità in più in attacco. Un rincorrersi di voci di mercato durante tutta quest’estate, la più insistente relativa a un interessamento del Manchester United. La sostanza è che il mercato in Inghilterra chiude giovedì i battenti e Dries è qui a San Gallo pronto a ripartire alla grande con il Napoli.

Un jolly di attacco che può coprire tutti i ruoli ed è funzionale in tutti i sistemi. Ecco perché con lui Ancelotti potrà provare oltre al 4-3-3 e al 4-3-2-1, sistemi di gioco sui quali ha lavorato in questo primo mese di preparazione e nelle prime quattro amichevoli degli azzurri, anche con il 4-2-3-1. Un modulo che assicura una maggiore solidità data dai due mediani e che prevede i tre trequartisti alle spalle della punta più avanzata, idea quest’ultima che il tecnico non ha mai abbandonato e anzi tiene sempre presente proprio perché intende variare quanto più possibile il suo Napoli.

Fonte: Il Mattino

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