Eliminiamo subito dal campo la frase di circostanza fatta girare prima e dopo l’arrivo in bianconero di Ronaldo: CR7 alla Juventus non è un punto a favore del campionato italiano. Non aumenta l’appeal della serie A né tantomeno la competitività. Come potrebbe essere diversamente inserendo nella squadra padrone d’Italia da 7 anni colui che insieme a Messi è il più forte giocatore del mondo?
Certamente l’arrivo del portoghese è finalizzato alla voglia smisurata dei campioni d’Italia di vincere la Champions League, obiettivo raggiunto solo 2 volte: troppo poco per chi ha in bacheca 34 scudetti e ha partecipato 32 volte alla massima competizione europea. E ora la Juventus diventa una delle principali favorite per la vittoria finale, anche se, ovviamente, le partite vanno giocate. Ma avere in squadra il 5 volte Pallone d’oro è una gran bella marcia in più. Poco importa se a febbraio compirà 34 anni: Ronaldo è Ronaldo a 20, 30 o 40 anni.
Già la scorsa stagione il campionato di serie A era diviso in più blocchi. Napoli e Juventus a lottare per lo scudetto, mentre scavavano un profondo solco con le altre 18 squadra; Lazio, Inter e Roma impegnate nella lotta Champions; Fiorentina, Milan, Atalanta e Sampdoria avversarie per un posto in Europa League. Infine, le squadre impegnate nella lotta salvezza e quelle che fin dall’inizio non avevano nulla da chiedere al torneo.
Ad oggi la suddivisione in blocchi del prossimo campionato rischia di essere ancora più accentuata
A Torino non è solo arrivato Ronaldo, ma anche Cancelo, Emre Can e Perin. Chi sembra essersi rafforzata è l’Inter: presi Nainggolan, De Vrij e Politano. Da tener conto però che i nerazzurri dovranno giocare ogni 3 giorni rispetto allo scorso anno, cosa non semplice senza una rosa attrezzata. Un punto interrogativo dunque, così come lo sono gli acquisti di Napoli e Roma. Giovani di talento, di prospettiva ma da mettere alla prova in piazze che vivono di pressioni: Meret, Fabian Ruiz e Verdi per gli azzurri, Coric, Kluivert e Cristante per i giallorossi. Senza dimenticare Pastore, che prenderà il posto di Nainggolan.
Infine il Milan, alle prese con problemi societari e con il fair play finanziario. Dunque, una seria A difficile da immaginare competitiva. A meno che, De Laurentiis – non nuovo a sorprese di mercato – non decida di piazzare un acquisto in grado di aumentare la competitività degli azzurri. Del resto, l’ingaggio di Ancelotti può essere il preludio ad un colpo di mercato.