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Koulibaly racconta: “All’inizio Sarri non mi vedeva proprio e io chiesi la cessione…”

admin
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Kalidou Koulibaly è in ritiro con la sua Nazionale del Senegal per prepararsi ai Mondiali. Il difensore del Napoli, però, non perde occasione per parlare ancora dell’ultimo campionato, con lo Scudetto sfiorato, e il suo futuro. Queste le sue parole nell’intervista rilasciata a So Foot: “Lo Scudetto l’abbiamo perso noi, non battendo Sassuolo e Milan e il Chievo all’andata, tutti avversari alla nostra portata, anche se è vero che giocare sempre dopo la Juventus ci ha messi sotto pressione. Quando mi chiamò Benitez attaccai il telefono per due volte, pensavo fosse uno scherzo… Invece era tutto vero, compreso il fatto che quando arrivai il presidente De Laurentiis si arrabbiò perché ero 10 cm più basso di quanto aveva letto su internet. Il primo incontro con Benitez fu incredibile: a cena mi fece una lezione di tattica con bicchieri e forchette al posto di difensori e attaccanti, chiedendomi come mi sarei mosso. In 15′ imparai tantissime cose…”.

“All’inizio Sarri non mi vedeva proprio – racconta Koulibaly – non mi faceva giocare e io chiesi la cessione, poi sono entrato e non sono più uscito. Grazie a lui ho un’altra visione del calcio, certi allenamenti senza opposizione non li dimenticherò mai…”.

Dal gol allo Stadium contro la Juventus al suo futuro: “A Torino contro la Juve non mi ricordo più cos’è successo dopo il gol. Per me è importante restituire l’affetto della gente. Futuro? Ho ancora tre anni di contratto, vedremo. Peccato Reina sia andato via”.

Sul razzismo: “Difficile far finta di niente. Ma quel giorno un bambino laziale si scusò per quanto successo. Gli regalai la maglia. La volta dopo i tifosi del Napoli vennero allo stadio con delle maschere con il mio volto ritratto. La prova che mi sono vicini. Il problema è di tutto il Paese e anche i napoletani lo subiscono, perché gente del sud”.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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