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Sarri, l’allenatore che i napoletani vorrebbero Sindaco e che incassa il tifo della sua Figline

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Maurizio Sarri ha battuto Max Allegri. L’edizione odierna de Il Mattino traccia l’ennesimo ritratto di un personaggio come l’allenatore tosco-napoletano che sette anni fa, mentre il collega bianconero vinceva lo Scudetto col Milan, lui sfiorava la promozione in B con l’Alessandria. Era il maggio del 2011. Sette anni dopo, l’uomo venuto dal nulla e che non ha vinto niente, ha risalito la cima e ha messo la sua bandierina. Nel nome del Napoli. E di Napoli. Altro che Masaniello, Maurizio Sarri è la bandiera dell’orgoglio partenopeo senza mai usare parole banali, senza usare mai frasi fatte, senza mai fare appello a parole come «rivalsa sociale» o «riscossa del Nord contro il Sud». La città lo vorrebbe come sindaco, come presidente del Consiglio, come governatore e come qualsiasi cosa. Perché è un gigante che adesso ha convinto tutti.

Sarri si gusta il suo momento alla sua maniera: lontano da tutto. E da tutti. Non era sul bus che è stato accolto da ventimila persone a Capodichino, perché come tutti quelli che non lavorano sotto casa, è dovuto tornare a Figline per curare questioni di tutti i giorni.

Tra l’altro, a proposito di sarrismo e di Figline, sul Corriere Fiorentino sono apparse alcune dichiarazioni di residenti di Reggello, Vaggio, Matassino e proprio Figline che tifano a gran voce per lui. “Se vincesse il Napoli? Sarei contento”, dice arrossendo Doriano, l’edicolante di via Dante Alighieri a Reggello. Che aggiunge: “Tanto la Fiorentina non ha da chiedere più niente a questa stagione”. “La partita dello Stadium l’ho vista al circolino col mio compagno — dice Silvia, la barista, tifosissima della Fiorentina — e quando ha segnato il Napoli è esploso tutto il locale”.

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