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Juventus: Buffon e Agnelli, la doppia morale di chi non ha memoria

admin
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Ricapitolando: la Juventus è stata eliminata dai quarti di Champions League per un rigore, per alcuni netto, per altri dubbio, per altri inesistente, al 98esimo minuto. Già il fatto che non esista uniformità di giudizio sulla certezza o meno del rigore lascia intendere la difficoltà della scelta compiuta dall’arbitro Oliver. Quel penalty fa parte di quella particolare categoria di rigori che se fischiati non succede nulla, se non fischiati idem.

Dunque, data l’incertezza, in primo luogo si fa fatica a capire la presa di posizione netta di giornali e salotti televisivi nazionali, Il Corriere dello Sport e Mediaset Premium, senza far nomi. In secondo luogo si fa fatica a capire gli sfoghi di Gigi Buffon e Andrea Agnelli. Il capitano bianconero ha parlato di mancanza di sensibilità da parte del fischietto inglese, affermando che non si può dare un rigore negli ultimi istanti stroncando una favola. Ragion per cui dalle prossime gare arbitreranno i santi, che di sensibilità ne hanno da vendere. Il presidente ha parlato invece di necessità del VAR anche in Champions, dopo averne parlato male qualche mese fa in campionato.

Eppure, andando indietro negli anni, si scoprono frasi provenienti dall’ambiente bianconero del tipo “appellarsi all’arbitro è l’alibi dei perdenti”. Oppure “non me ne sono reso conto e sono onesto nel dire che se me ne fossi reso conto non avrei dato una mano all’arbitro”.

Entrambe le frasi sono di Buffon, la seconda sul famoso gol regolare di Muntari poi annullato. La Juventus ieri ha fatto qualcosa di incredibile e di emozionante, andando vicino ad un’impresa che sarebbe rimasta nella storia. Ma ciò non giustifica la doppia morale e l’ipocrisia che rendono poco credibili sia le parole di Buffon e Agnelli. Per cui è consigliabile un salto indietro nella memoria prima di parlare.

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