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Keats, polenta e sci: ecco il mondo d’oro di Sofia Goggia

admin
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Sofia Goggia ha cominciato a sciare a tre anni sulle nevi di Foppolo, come suo fratello più grande, Tommaso, dove la portavano mamma Giuliana e papà Ezio, ingegnere di professione e pittore per diletto. A otto anni la prima gara, e da allora non si è più fermata. A parte quando l’hanno costretta gli infortuni e le quattro operazioni affrontate, tra cui rottura legamenti crociati e una cisti al ginocchio.

Ma questo non ha impedito alla bergamasca, gambe potenti e forza innata, di ritrovare la grinta per andare avanti e vincere. Del resto i suoi familiari di lei dicono sempre che non ha mai avuto paura di niente, e che semmai le piaceva competere con i maschi. Nel 2016 a Killington arriva il primo podio con il terzo posto in gigante. I successi sono però datati Corea, sulla stessa neve di PyeongChang dove lo scorso anno domina libera e superG. Un segno del destino che la riporta qui, stavolta a vincere la gara più importante della sua vita.

Goggia è la prima donna italiana a diventare olimpionica nella discesa libera, la versione femminile di Zeno Colò, il campionissimo che nel ’52 a Oslo conquistò l’unico oro azzurro nella disciplina regina.

Nella vita di tutti i giorni ama la natura, la fotografia e il suo cane Belle (un pastore australiano). Moltissimo la lettura, in particolare la poesia. Il suo poeta preferito è John Keats, di cui ha fatto sua una frase: “La vita è un’avventura da vivere, non un problema da risolvere”.

Testimonial di una linea di moda, non è però una patita dello shopping. Compra quello che serve, scarpe basse mai i tacchi anche quando esce con gli amici per un giro di movida. Studia scienze politiche, e vorrebbe laurearsi, ascolta Fedez e J-Ax, ma la sua vita ora sono gli sci. Ironica, sempre con la battuta pronta delle sue zone esalta anche la cucina: “Se non sai fare la polenta non sei nessuno” ha ripetuto più volte. Sulla neve però Sofia dà il suo massimo, che è anche il suo meglio.

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