Ad imageAd image

Napoli, le due facce della medaglia: l’attacco piange, la difesa ride

admin
admin
2 Min di lettura

Prima non prenderle, la filosofia guida di molti allenatori, tranne quella di Sarri, per cui l’imperativo è dare, sempre di più. Quando non puoi vincere prova almeno a strappare quel punticino che a fine anno può sempre far comodo ai fini della classifica. E’ quello che sta capitando al Napoli nell’ultimo periodo: 4 reti nelle ultime 5 partite a dispetto delle 32 – quasi tre a partita – messe a segno nelle prime 11 giornate di campionato. Contro il Chievo o la Fiorentina, gli azzurri hanno fortemente stentato in fase di attacco e, senza il rigore concessogli, sarebbe potuto terminare con un altro 0-0 anche il match contro l’Udinese.

Se l’attacco piange, la difesa ride: quella azzurra è la migliore del campionato, insieme a quella dell’Inter e della Roma (con una partita in meno) e a differenza di quanto accadeva lo scorso anno, la retroguardia partenopea ha registrato una notevole crescita, figlia dell’ossessione di Sarri nell’allenare e perfezionare il cosiddetto “movimento ad elastico” che caratterizza i meccanismi del gioco difensivo. In tante occasioni il reparto arretrato ha mostrato di soffrire poco o nulla degli attacchi avversari e da quando l’attacco si è inceppato, ha sempre dato l’impressione di reggere la pressione delle squadre affrontate.

Se in partite come quelle contro Chievo, Fiorentina, Udinese o la stessa Inter, si sono avute difficoltà a segnare, mai si è avuta la sensazione che potessero essere pericolose e che la difesa azzurra potesse cedere. Non è un caso che nonostante il periodo no, il Napoli sia a un solo punto dalla vetta. Dal momento in cui i campionati li vincono le difese, la squadra di Sarri è sulla buona strada. Non resta che aspettare che l’attacco ritorni a dare spettacolo.

Condividi questo articolo