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Napoli: dal “pochi ma buoni” al “buoni ma pochi”

admin
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Gli infortuni di Milik, Ghoulam e Insigne hanno privato Sarri di giocatori importanti per lo schema di gioco attuato. Proprio questo schema può essere un punto di forza, ma anche un limite: se vince va tutto bene, se non vince è mancato il turnover. La squadra azzurra ha espresso un gran calcio, ma all’improvviso è calata. Non vince dalla trasferta di Udine, ha perso tra le mura amiche contro la Juventus, ha perso a Rotterdam con conseguente estromissione dalla Champions League, senza dimenticare lo 0-0 in casa con la Fiorentina. Gli infortuni hanno fatto passare la banda azzurra da “pochi ma buoni” al “buoni ma pochi” ricadendo su un gioco nel quale tutti devono dare il massimo, di testa e di gambe, per ottenere risultati, un gioco di squadra e che non si basa solo sui singoli, ma se questo manca ecco che il crollo è più catastrofico.

A gennaio arriverà Inglese, ma servirebbe anche qualche esterno d’attacco senza dimenticare un terzino. Il Napoli gioca con Torino, Sampdoria e Crotone prima del giro di boa e il ritorno di Insigne potrebbe risultare determinante per ritrovare incisività ed entusiasmo. La stanchezza del Napoli sembra essere più mentale che fisica, anche se la preparazione anticipata è un dato reale che sicuramente avrà contribuito alla flessione, soprattutto dell’attacco.

Però del Napoli, per il quale la maggioranza grida allo scandalo per le ultime prestazioni, sembra quasi che ci si dimentichi che è la squadra che guida la classifica degli scontri diretti con 7 punti e che mancano ancora Juventus-Roma e Inter-Lazio. Ci si dimentica che il Napoli ha imparato a vincere anche partite sporche come contro la Spal e a Udine. Ci si dimentica che la solidità difensiva acquisita è un altro punto di forza di questa squadra. Ci si dimentica che è ancora seconda ad un solo punto dall’Inter.

Allora più che lamentarsi c’è da attendere che passi questa flessione e che il Napoli ritorni al suo usuale gioco, non basato solo sui singoli.

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