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La Stampa – Sarri contro Allegri: sfida tra poli opposti

admin
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Tra i tanti temi che la partita scudetto tra Napoli e Juve proporrà domani sera al San Paolo (ore 20.45), c’è anche quello che riguarda gli allenatori delle due squadre, che si incontreranno dando vita ad un derby tutto toscano. I tecnici di Napoli e Juve, per vissuto, stile e idee di gioco, si contrappongono alla perfezione. Maurizio Sarri è arrivato sulla panchina del Napoli dopo un lungo passato nelle serie minori. Lui, non essendo mai stato un giocatore di spessore, ha dovuto partire dal basso, catapultato nel mondo del calcio dopo averlo abbandonato da giovane, per intraprendere una carriere in banca. Dopo tanta gavetta, il talento del tecnico toscano ha finalmente ottenuto il riconoscimento che meritava, grazie a De Laurentiis che 3 anni fa ebbe l’intuizione di portarlo sulla panchina del Napoli. Dopo anni di sacrifici e di bel gioco espresso a tutti i livelli, Sarri si ritrova oggi a lottare per lo scudetto, vantando con la sua squadra il miglior score d’Europa in quanto a punti totalizzati nelle ultime 40 partite. Insomma, niente male per uno che è partito dalla C2. Allegri vanta invece un passato da giocatore discreto, avendo militato anche nel Napoli. Il tecnico livornese respira il clima da grandi sfide già da diverso tempo, avendo allenato prima il Milan e poi la Juve, con la quale ha disputato anche due finali di Champions. Allegri, a dispetto di Sarri, punta molto di più sulla concretezza, che non sempre arriva con il bel gioco. Flemmatico ai microfoni durante le conferenze stampa, ha un temperamento focoso in panchina, pur sfoggiando sempre un look elegante, a differenza di Sarri che si trova più comodo in tuta. Emblematica un’affermazione del tecnico del Napoli in merito al suo abbigliamento: “Io sono un uomo che fa un lavoro di campo e trovo ridicolo chi si veste in maniera elegante per scendere sul rettangolo da gioco”. Domani i due toscani si ritroveranno faccia a faccia, in una partita particolarmente accesa, a partire dalle panchine.

Fonte: La Stampa

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