La forza e la voglia di non cambiare e credere nelle proprie idee contro la spinta centripeta della rivoluzione. Napoli – Milan è anche la sfida “politico-calcistica” di chi opera e dirige il proprio club con l’obiettivo di diventare grandi. L’obiettivo, quello del club partenopeo, di vincere lo scudetto e coronare un sogno attraverso la riconferma in blocco di tutta la rosa. Pochi, nemmeno 30, i milioni investiti sul mercato: la vittoria del trofeo rappresenterebbe, per il Napoli, lo step necessario per consacrarsi finalmente tra le grandi.
Il ritorno ai vecchi fasti, alle vecchie glorie e ai tanti trofei vinti rappresenta, invece, il desiderio della società rossonera che cerca di risalire su quel palcoscenico che l’ha vista già grande: cambiare rotta, dopo gli ultimi anni deludenti, un imperativo categorico sviluppatosi intorno alla cessione del club da parte del presidente Berlusconi e una campagna acquisti faraonica da oltre 200 milioni.
Continuità, dunque, contro cambiamento. Due vettori di uguale forza ma di verso opposto che delineano le posizioni strategiche dei due schieramenti: azzurri vs rossoneri. Un obiettivo unico, così come quello della conquista dei 3 punti sabato al San Paolo, che passa, inevitabilmente, da strade e scelte societarie diverse.
Continuità e cambiamento che, però, investono non solo l’aspetto tecnico ma anche la scelta dello staff, dei propri uomini di fiducia. Il Napoli continua a puntare da anni sui propri preparatori e sul proprio staff sanitario; il Milan, alla ricerca di un equilibrio da ritrovare anche attraverso quest’aspetto. Proprio oggi, infatti, il club rossonero annuncia un altro (l’ennesimo forse) cambiamento con l’arrivo del nuovo preparatore atletico.
Storie e idee diverse destinate, in ogni caso, ad incrociarsi sabato quando a parlare sarà il campo e la voglia di vincere una gara fondamentale per il destino di entrambe le squadre.