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Aurelio De Laurentiis il visionario riformatore: le idee di un imprenditore che ha (avuto) ragione

admin
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Un approccio da imprenditore (qual’è) e una visione dello sport e del calcio finalizzata a reggere il sistema economico che gli ruota intorno. L’entrata di Aurelio De Laurentiis all’interno del calcio, dal momento in cui acquistò la società azzurra, è stata ed è, tutt’oggi, a gamba tesa. Un calcio vecchio, da riformare e nuove regole per accaparrare nuovi “consumatori” in modo da ottenere maggiori introiti. Un visionario, lo definivano, adesso invece hanno le orecchie ben tese. L’arrivo del presidente azzurro è stata, 13 anni fa, di quelle forti e da cartellino rosso.

Molte, però, sono state le iniziative da lui pensate ed infine attuate in Italia, così come nel mondo. Dallo stadio virtuale, realizzatosi di fatti con la pay-per-view, alla regola (poi approvata) della panchina allargata in Serie A; la lotta per gli indennizzi economici in caso di giocatori di proprietà infortunati con le proprie nazionali e l’idea di una Superlega che sta iniziando a prendere forma.

Altre proposte in fase di studio figlie delle sue “visioni” sono le tempistiche inerenti al calciomercato (di cui si è ripreso molto a parlare negli ultimi tempi) e la possibilità di restringere il numero di squadre in Serie A per aumentarne la competitività. E poi la grana che riguarda la costruzione di un nuovo stadio, che la lenta burocrazia e il difficile dibattito con le istituzioni frena impedendone così l’innovazione.

Aurelio De Laurentiis, presidente del Calcio Napoli dal 2004

Lo sport, dunque, come una grande impresa che se mal organizzata serve a pochi. Intuito e fiuto economico e finanziario che gli ha permesso, nel tempo e nella brillante ed oculata gestione del suo club, la nomina di “chairman”, ovvero capo del Marketing and Communication Working Group  all’interno dell’Eca, l’Associazione Club Europei, dove si occuperà di strategie commerciali e di comunicazione dell’associazione.

Proprio in termini d’impresa nasce la querelle dei diritti televisivi, con Tavecchio e l’intera Serie A che adesso sono in cerca di acquirenti interessati ad accaparrarsi le prestazioni di un campionato che pare non interessare più a nessuno. Ma anche su questo De Laurentiis era stato chiaro: “I diritti tv per l’estero li vendono a 700 milioni di euro mentre in Italia non si supera, non si capisce perchè noi dovremmo accontentarci di 300 milioni. In Italia Infront, con De Siervo, si pensa ad accontentare le piccole squadre mentre il prodotto si potrebbe vendere ad un prezzo più alto. Non capisce che ha una Ferrari”. Come non detto…

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