C’è chi non avrebbe scommesso un euro (anzi una sterlina) e chi lo ha giudicato male e troppo in fretta. L’addio di Manolo Gabbiadini è stato salutato da tifosi azzurri come una liberazione, ancora di più per il calciatore che ormai sembrava vivere una sorta di prigionia. Dopo la prima annata in azzurro (l’arrivo a gennaio nel primo anno di Rafa Benitez) con 13 gol e 3 assist, l’ex calciatore dell’Atalanta ha ritrovato sempre meno spazio all’interno della rosa partenopea.
La presenza di Higuain (in parte) e la poca fiducia di Maurizio Sarri nel vederlo come prima punta, non lo hanno di certo aiutato. E poi l’arrivo di Milik, la prima sostituzione, i primi gol per il polacco. C’era Manolo: demotivato e scontento il giovane attaccante è scalato nuovamente in seconda posizione nelle gerarchie dell’attuale tecnico partenopeo.
Di lì il Southampton, la cessione in Premier e la rinascita. Nonostante l’infortunio, a due anni dalla sua esperienza inglese, Gabbiadini è entrato di diritto tra i calciatori di punta del campionato inglese a suon di record ed il calciatore più acclamato sui social dai propri beniamini. Dopo il gol segnato a Vicarage Road contro il Watford di Walter Mazzarri nella vittoria dei Saints per 3-4 (quello del 2-3), Gabbiadini è infatti ufficialmente entrato nella storia del Southampton. Perché l’ex attaccante del Napoli è diventato il primo giocatore ad andare in gol nelle prime tre partite consecutive di Premier League con la maglia dei Saints.
Provando a sciogliere i mille dubbi che molti addetti ai lavori hanno posto in relazione all’esperienza napoletana di Manolo Gabbiadini, è probabile che le pressioni e le aspettative (nel dopo Higuain) di una piazza molto calda erano difficili da reggere. Una piazza, una tifoseria con la quale era scoccata la scintilla in un rapporto che, poi, non ha funzionato.
