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“A Napoli mi chiamavano Pepe Pecchia”: per l’ex azzurro Verona-Napoli sarà speciale

Alessandro Scognamiglio
Alessandro Scognamiglio
3 Min di lettura

Sarà una partita densa di emozioni per Fabio Pecchia questo Verona-Napoli in programma sabato prossimo che insieme a Juventus-Cagliari aprirà la nuova stagione della Serie A. Il tecnico del Verona è stato vice di Benìtez dal 2013 al 2015 e, soprattutto, è stato un ex calciatore che ha vestito a più riprese la maglia del Napoli. Questa la sua lunga intervista alla Gazzetta dello Sport:

Ritiri aboliti anche quest’anno in massima serie? “La stagione scorsa ne abbiamo saltati parecchi e anche per il Napoli non lo faremo. Ci troviamo qui sabato mattina”. 

Lei parla spesso di calcio propositivo? Cos’è? Proporre il gioco, non speculare. Anche se ci sono momenti in cui non puoi farlo, non devi rinnegarlo. Tanti dicevano che non era adatto alla B, però siamo riusciti a mostrare qualcosa di buono a Verona”.

Quello del Napoli che calcio è? Credo sia la massima espressione del calcio propositivo. E’ un’auto che viaggia a 300 orari, con velocità e qualità”.

Come si ferma? “Mi viene da pensare: loro sono una Ferrari, noi un prototipo. Ma pretendo dai miei il meglio delle potenzialità”.

Quante volte le hanno parlato del 16 settembre 1984, Verona-Napoli 3-1, esordio di Maradona? “Ne ho sentito parlare (sorride). E’ giusto rimanga nei cuori dei tifosi, è qualcosa di straordinario. Ora la storia è un’altra, pur se altrettanto appassionante”.

Sarà impossibile sabato sentire soltanto cori a favore e non insulti da entrambe le parti? “La rivalità è alta, quando venivo da giocatore ho visto sempre una cornice di sport, spero sia così anche sabato”.

E’ vero che a Napoli la chiamavano Pepe? “Pepe Pecchia, sì, ognuno di noi aveva un soprannome, derivato da alcune cronache. Era per il modo di essere pungente e fastidioso in campo».

Lei ha debuttato in A con il Napoli, è stato capitano, si è anche laureato in giurisprudenza, è stato vice con Benitez: è un mondo che le appartiene. Adesso che è dall’altra parte e lo rivede, cosa prova? “Emozione: cinque anni da giocatore, due da allenatore, sono tanti nelle nostre brevi carriere. Mi hanno dato la possibilità di diventare uomo e giocare a certi livelli. Ho già sostituito Benitez squalificato con il Cesena, ma questa sarà la mia vera prima volta da allenatore in A. Sono molto più lucido, maturo, ho esperienze in grandi club che mi aiuteranno anche adesso”.

 

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