Emanuele Giaccherini giunge al Napoli l’estate passata, dopo un Europeo da protagonista, per pochissimi milioni di euro: 1,5 il prezzo pagato al Sunderland. La critica accoglie positivamente questo trasferimento: Giak non è più giovanissimo, come calciatore si intende, ma ha gamba e duttitilità, doti quest’ultime che possono fare la fortuna di ogni allenatore. L’arrivo è in punta di piedi, Giaccherini è un professionista serio e sa bene che dinanzi a lui ci sono giocatori più forti e dovrà lottare in ogni allenamento per trovare spazio in campo. L’avventura azzurra non comincia nel migliore dei modi con vari problemi muscolari che fanno perdere praticamente tutta la preparazione al calciatore. C’è la Champions al San Paolo, 26 settembre, finalmente Giaccherini fa il suo esordio con la nuova maglia. Una manciata di minuti con l’esterno che tocca pochissimi palloni. Giaccherini gioca col contagocce e per lo più subentra dalla panchina quando viene chiamato in causa. Il suo agente afferma più volte che andrebbe schierato da mezzala nel 4-3-3 di Sarri ma il tecnico non lo vede in quel ruolo, per lui Giak è il vice-Callejon. Lo spagnolo, però, in campo ci va praticamente sempre e per Giaccherini il minutaggio è ridotto ai minimi termine. A fine anno, con la maglia azzurra, sono 19 le presenze accumulate tra le 3 competizioni, con soli 384 minuti in campo, praticamente 4 partite, con la rete di Coppa Italia allo Spezia unica perla di una stagione opaca. Con Sarri non è mai sbocciato l’amore ed ora Giaccherini vuole tornare ad essere protagonista come lo fu a Bologna. Ad attenderlo lo Sparta Praga di Stramaccioni, con il quale c’è tutt’altro feeling. Ed allora, non ci resta che aggiungere, buona fortuna Giak!
Condividi questo articolo
Leave a comment
Leave a comment