RODRIGUEZ (svincolato) – DE MAIO (Anderlecht) – TELLO (Barcellona) – ILICIC (Atalanta) – BORJA VALERO ( Inter) – BERNARDESCHI ( Juventus). Queste i nomi che compaiono alla voce “CESSIONI” nelle tabelle di mercato che riguardano la Fiorentina e che riempiono i maggiori quotidiani sportivi. All’appello mancano ancora Kalinic, tentato da Milan, e Tatarusanu con più di un piede fuori dal Franchi. Una squadra sventrata e rivoltata come un calzino, una sessione di mercato in uscita paragonabile al miglior 3×2 offerto dalle catene della grande distribuzione organizzata. Eppure Corvino, con tutta la dirigenza viola, non si è posto il problema di ritrovarsi improvvisamente uno spogliatoio vuoto dei suoi miglior calciatori e delle proteste o dei malumori che si sarebbero potuti alzare all’interno della tifoseria. Poi c’è il Napoli, che improvvisamente annusa il colpo e prova ad inserirsi in quella che è e che è stata una vera e propria rivoluzione tecnica, mettendo sul piatto denaro sonante per l’acquisizione di Enrico Chiesa, calciatore dalle belle speranze e di cui è pazzamente innamorato Aurelio De Laurentiis. E per magia ecco il comunicato della viola: “Non siamo un supermarket, Chiesa resta con noi”. Un messaggio che, apparentemente indefinibile, trova poi il suo interlocutore tra le varie voci di mercato. Ebbene si: il Napoli ci ha provato ed ha fatto sul serio, ma la Fiorentina ha risposto picche. Ne ha tutto il diritto, ma cosa avrebbe mai potuto scatenare una reazione tale al punto da farne un comunicato stampa? Soprattutto se si pensa ai rapporti che intercorrono tra il presidente azzurro e i Della Valle, sia dentro che fuori del campo, e alla cessione agli storici nemici della Juventus del loro gioiellino più prezioso per 40 milioni di euro. E allora ” non ci resta che piangere”: a quanto pare, nel dietro le quinte del calciomercato, i poteri forti sono quelli ai quali difficilmente puoi dire “No, grazie.”
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