Entusiasmo. Probabilmente questa è la parola che meglio descrive il ritiro del Napoli a Dimaro. Entusiasmo, mostrato dai calorosissimi supporters azzurri, ma anche dagli stessi calciatori che se prima si nascondevano ora non hanno paura di dichiarare che l’obiettivo è lo scudetto dinanzi a telecamere, cronisti e tifosi. Sognare non costa nulla, anzi, come affermava Proust: “Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo”. Tuttavia il sogno non deve far allontanare troppo i calciatori azzurri dalla realtà. E’ pur vero che nel girone di ritorno passato il Napoli è stata la squadra che ha collezionato più punti ed indubbiamente il miglior gioco, ma ripetersi l’anno successivo su quella falsa riga non è di certo automatico. Si riparte da zero, con avversari più agguerriti e bisognerà dunque alzare l’asticella, ulteriormente, per ambire al tanto agognato tricolore. Se è necessario portarsi tutte le cose belle della passata stagione, se è importante confermare tutti i migliori di quella rosa, lo è ancora di più correggere gli errori che ci sono stati e non possono essere trascurati. Ieri sera col Chievo Verona il primo campanello d’allarme. Il classico errore della retroguardia azzurra ed il gol concesso agli avversari. E se ieri sera la rete di Inglese valeva poco, non sarà così tra meno di un mese quando la posta in palio sarà tutt’altra. Allora sognino gli azzurri, lo facciano assieme, incessantemente, ma non si discostino dalla realtà, con un occhio che volge lo sguardo a quello scudetto forse più vicino rispetto alle precedenti stagioni, e con l’altro invece concentrato su quei soliti errori in difesa. Del resto la differenza tra avere o non avere quello scudetto cucito in petto sulla maglia azzurra risiede per lo più lì: in quella fase difensiva che non deve essere più croce, ma solo delizia.
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