Dopo la cinquina rifilata al Torino, tutti i tifosi del Napoli si sarebbero aspettati un passo falso della Roma contro la Juve che con due risultati su tre avrebbe potuto festeggiare il sesto scudetto consecutivo con due giornate d’anticipo. Ed invece la formazione capitolina è riuscita a mantenersi un secondo posto che, come detto e ripetuto da diverse settimane, a questo punto può perdere soltanto lei considerando che giocherà contro Chievo (fuori casa) e Genoa (all’Olimpico) le ultime due giornate di campionato. Ultimi due turni in cui il Napoli contro Fiorentina (al San Paolo) e Sampdoria (a Genova) ha pur sempre l’obbligo di vincere, onde evitare spiacevoli rimpianti. Anche perchè, se si fa eccezione per gli ultimi 90′, la mancata contemporaneità prevista anche nel penultimo appuntamento della stagione (così come accaduto per le domeniche precedenti) stavolta può giocare a favore degli azzurri visto che, a distanza di pochi minuti, sarà la Roma a dover scendere in campo per prima.
Insomma, la squadra di Sarri non può fare diversamente dal rincorrere i tre punti anche contro i gigliati, ma quando l’arbitro darà il calcio d’inizio avrà già conosciuto il risultato della Roma impegnata al Bentegodi col Chievo.
Vittoria obbligata sia nel caso di un nuovo successo dei giallorossi sia nel caso di quell’attesa frenata che rilancerebbe l’entusiasmo del popolo napoletano. Un pubblico che quest’anno al San Paolo è rimasto estasiato dalle prestazioni del Napoli di Sarri, che per 50′ ha sognato ad occhi spalancati contro il Real in Champions League e che ha gioito a metà per una grandiosa ma inutile vittoria contro la Juve in semifinale di Coppa Italia. Una tifoseria che si è divertita a lungo anche davanti alla tv (12 vittorie esterne in campionato, un record di cui parliamo a parte) e che ha scelto da che parte stare, quella di Maurizio Sarri. Qui, però, c’entra poco il discorso relativo al contratto dell’allenatore toscano ed alla contrapposizione che si è venuta a creare col presidente De Laurentiis per quel “vorrei arricchirmi” pronunciato dal tecnico ma estrapolato da un discorso più ampio e generale.
In realtà ciò che va rimarcato è il forte legame che si è venuto a creare tra i sostenitori azzurri e la loro squadra con tanto di riconoscimento pubblico dell’ottimo lavoro svolto dall’allenatore nato a Bagnoli, come recita, ad esempio, lo striscione esposto in Curva in occasione di Napoli-Cagliari “Sarri Pallone d’Oro”. Napoli ed il Napoli hanno eletto Maurizio Sarri come loro condottiero, guida tecnica della squadra ma anche simbolo di una città che non sarà certamente ancora pronta per programmare uno Scudetto, ma che può tranquillamente tornare a sognarlo in virtù del miglior calcio d’Italia e dei suoi interpreti. I tagli di Callejon, le magie di Insigne, i colpi di Mertens, la maturità di Hamsik, la voglia di gol di Milik, la regia di Jorginho e la spensierata gioventù dei vari Diawara, Rog e Zielinski sono le basi da cui ripartire la prossima stagione in cui andrà data ulteriore solidità difensiva ad un reparto che rappresenta il vero tallone d’Achille di questa squadra. Sarà necessario limitare al massimo i cali di concentrazione che hanno portato via punti pesanti (soprattutto con Palermo e col Sassuolo), decisivi per la corsa Champions e anche per qualcos’altro…